STEFANO LOVERRO: «ORA I GIOCATORI SI SONO RESI VERAMENTE CONTO DI COSA SIA E DI COSA RAPPRESENTI QUESTA PIAZZA»

Lo 0-0 casalingo del recupero prepasquale con il Pozzonovo ha portato in dote al Monselice due grandissime soddisfazioni: il raggiungimento del terzo posto solitario in classifica, con una lunghezza di margine sulla Piovese, e l’affluenza-record di 1400 spettatori che hanno incendiato il Comunale in una delle serate più belle degli ultimi vent’anni.
«In cinque giorni abbiamo affrontato due delle tre squadre più forti del campionato e ne usciamo con più consapevolezze il pensiero del direttore sportivo biancorosso Stefano LoverroIn primis quella di aver dimostrato, soprattutto a noi stessi, che nelle posizioni di vertice ci possiamo stare alla grande. Non parlo solo dei risultati, ma anche delle prestazioni: ne usciamo con le spalle più larghe, certi che la strada intrapresa è quella giusta. Questo trend ci ha permesso di far riavvicinare la gente: ora i giocatori si sono resi veramente conto di cosa sia e di cosa rappresenti questa piazza. Ovviamente si può sempre migliorare e sappiamo di dover sistemare delle cosine: il mister e il suo staff lavorano quotidianamente per questo. Ora siamo terzi e dovremo cercare di difendere con i denti ciò che ci siamo conquistati, consapevoli al tempo stesso di non poter perdere terreno dal Pozzonovo. Se molliamo anche solo di un millimetro il nostro modo di interpretare le partite, torniamo ad essere una squadra vulnerabile che può soffrire con chiunque. Nello sport, come nella vita, più in alto si va più bisogna fare attenzione a non cadere».
Il calendario non concede tregua, perché all’orizzonte c’è già l’insidiosissima trasferta al «Gabrielli» di Rovigo.
«Sarà un crocevia fondamentale, al cospetto di una squadra in salute e che avrà grandissime motivazioni. Per di più è un derby molto sentito, che ai tifosi rievoca i nostri anni d’oro. I 1400 spettatori di venerdì sera ci hanno fatto provare emozioni incredibili: sono cose che ti restano dentro e che ti ripagano di tanti sacrifici. Non dimentichiamoci che nel 2014 siamo ripartiti da zero, in Terza Categoria. Rivedere un Comunale così gremito è stato bellissimo: per me, per Mattia e per tutti coloro che sono al nostro fianco. Nella finale-playoff del 2018 con il Chiampo eravamo arrivati a 1100: nello spareggio del 1998 con La Marenese, in cui ero in campo, ce n’erano 1500 e con la Sacilese poche settimane dopo addirittura 2000. Calcisticamente parlando, noi viviamo per questo: questi brividi e questa adrenalina sono la benzina della nostra passione».