L’esaltante serata di ieri allo «Stadio delle Terme» di Monteortone ha regalato a tutti gli amanti del Monselice emozioni straordinarie: brividi da «vecchio cuore biancorosso», con la squadra che riesce a recuperare due volte una situazione di svantaggio e poi conquista il passaggio del turno ai calci di rigore.
L’icona del mercoledì da leoni è sicuramente il capitano Alberto Mantovani, autore del gol del definitivo 2-2 e poi del penalty decisivo dopo l’errore di Andrea Birolo: una trasformazione che ha letteralmente fatto esplodere la tribuna, con la corsa a perdifiato del difensore centrale biancorosso e di tutti i compagni fin sotto la curva degli ultrà.
«Una scarica di adrenalina incredibile – le parole di “Manto”, classe 1986 – Sono le partite più belle, quelle che tutti vorrebbero giocare. Abbiamo fatto una grande gara contro un’ottima squadra e credo che il pareggio sia stato complessivamente giusto per le occasioni create da entrambe. I rigori, si sa, sono un terno al lotto ma noi in porta abbiamo Jack e possiamo pure contare su ottimi tiratori. Sono davvero contento per la gente di Monselice e per il tifo straordinario che rappresenta, a tutti gli effetti, il nostro dodicesimo uomo: i ragazzi della curva sono sempre con noi, anche ieri non hanno mai smesso di cantare e ci hanno costantemente incitato, anche sull’1-2. Dentro di me ero sicuro che l’avremmo ripresa e che saremmo riusciti a portarla a casa, in campo avevo ottime sensazioni. E così è stato».
La disamina del capitano biancorosso prosegue con altre accorate riflessioni.
«Stiamo lavorando bene e, come ho già detto in passato, abbiamo un grande staff. Il mister è “tanta roba” e anche Sado fa un lavoro importante. Ho tanta fiducia nei compagni: sono giovani, ma hanno tanta voglia di imparare e di sacrificarsi, e i risultati si vedono. Personalmente erano anni che non giocavo un ottavo di coppa e farlo a Monselice è una soddisfazione incredibile, perché qui è tutto speciale. La fascia di capitano è una bella responsabilità: rappresento i compagni, la società e il mio amico Stefano, che me l’ha consegnata e so quanto ci tiene. Ora indosso quella dell’associazione “Giorgia Libero” di cui faccio parte, la porto sempre con me. Tra l’altro ieri mi ero sentito con Stefano già nel pomeriggio: mi aveva mandato una foto dello stadio, dicendomi che avrebbe tanto voluto scendere in campo con noi. Gli ho risposto che avrei giocato anche per lui e abbiamo dato tutto».
Il calendario non concede pause: domenica si va a Vigonza per un’altra dura battaglia.
«La testa va assolutamente alla Vigontina. Non abbiamo ancora fatto niente ma con questa squadra, questo gruppo e questo staff si possono davvero fare grandi cose. Un doveroso grazie va a tutti i tifosi, perché sono qualcosa di unico e di straordinario».