STASERA A MARENDOLE IL PRIMO ALLENAMENTO DELLA NUOVA STAGIONE. INTERVISTA A TUTTO TONDO CON IL CAPITANO STEFANO LOVERRO

Pronti a ripartire, più carichi e determinati che mai. Vacanze finite per il Monselice di Luca Simonato, che stasera inizierà la preparazione agli impianti sportivi di Marendole.
Il via ormai alle porte offre l’occasione di fare un’intervista a 360 gradi con Stefano Loverro, capitano e direttore generale biancorosso, che analizza i molteplici aspetti che contraddistinguono questa nuova avventura.
«Stiamo iniziando una stagione con grandi cambiamenti e importanti prospettive – afferma Stefano – I volti nuovi che sono arrivati in società ci hanno sicuramente dato stabilità e ambizione. In questi anni è stato costruito tanto grazie al lavoro di tutti quei dirigenti che si sono sporcati le mani: ora la voglia di far calcio di Renato e Mattia, unita all’entusiasmo che hanno portato anche nel settore giovanile grazie alla passione e all’impegno di Giulio e Alberto Dall’Angelo, ha messo ulteriore benzina nel nostro motore. Ci tengo a sottolineare il ruolo prezioso avuto da Mattia sul piano operativo, soprattutto nel mio periodo di convalescenza legato all’intervento chirurgico: in quelle settimane si è davvero sdoppiato e devo ringraziarlo».
Una delle novità più rilevanti è legata alla sospirata risurrezione del settore giovanile.
«A Monselice il vivaio è sempre stato un marchio di fabbrica della Rocca e il loro modello, con tutte le dovute proporzioni, è stato per noi una fonte di ispirazione, ovviamente mantenendo intatto il nostro DNA. La rinascita del settore giovanile è di fondamentale importanza, perché ci permette di dare stabilità alla società e di gettare le basi di un ricambio generazionale realizzato finalmente “in casa”. Non parlo solo di un aspetto calcistico, visto che crescere e lanciare in prima squadra ragazzi del paese è il sogno di tutti, ma anche di creare nuove leve che impareranno a seguire e ad amare i nostri colori. Vedere dei bambini che torneranno ad indossare la nostra maglia già da piccoli e far respirare loro l’aria del Comunale contribuirà a creare quella magìa che solo il Monselice sa regalare: potremo farli innamorare della squadra, e magari tra venti o trent’anni continueranno a tifare pur non giocando più».
Cosa si può dire delle ambizioni della prima squadra?
«Abbiamo alzato l’asticella mantenendo lo zoccolo duro della scorsa stagione. Ho fortemente sperato e voluto che rimanesse Luca Bagno, che per motivi lavorativi non poteva più garantire la massima disponibilità da giocatore ma che avrà un ruolo determinante nei rapporti tra il mister e lo spogliatoio. Siamo amici da una vita e con questa maglia abbiamo condiviso gioie e dolori: basta uno sguardo per capirci e per gestire nel migliore dei modi alcune dinamiche di campo e di spogliatoio. Sono contento anche della permanenza di Alberto Baldon: io e lui siamo rimasti gli unici giocatori a tempo pieno che sono ripartiti dalla Terza Categoria e che hanno fatto tutti i campionati del post-rinascita».
Con il tuo recupero dall’operazione al ginocchio, la fascia di capitano sarà di Jacopo Voltolina.
«Volto sta crescendo tanto in questi anni. Ha appreso molto da me, Luca Bagno, Marco Sadocco e Sandro Zilio e continuerà a farlo: sta facendo sua la consapevolezza che essere il capitano del Monselice non significa indossare la fascia solo alla domenica ma per tutta la settimana, rappresentando la società e i tifosi e proteggendo sempre la maglia e i compagni di squadra. È un ragazzo estremamente intelligente e sono sicuro che continuerà a crescere e che si affermerà come una delle colonne portanti di questo club».
Cosa ti aspetti dai nuovi acquisti?
«Voglio che acquisiscano il prima possibile i valori che questa piazza richiede, grazie anche all’aiuto dei senatori. Se avranno l’intelligenza di calarsi bene nella nostra realtà, potranno dimostrare le loro qualità e guadagnarsi l’affetto dei tifosi. Giocare a Monselice comporta oneri e onori: ricevi un’enorme visibilità, ma al tempo stesso ti viene chiesto tanto. Se sapranno parlare la nostra stessa lingua, ci potremo togliere grandi soddisfazioni».
Come procede il tuo recupero post-operazione?
«È passato appena un mese dall’intervento ed è ancora presto per capire quando potrò tornare a giocare. Appena ho saputo di dovermi operare, ho subito chiesto di prendere un altro difensore: ho immediatamente fatto il nome di Luli Kucova, perché so cosa può dare in termini di temperamento e di qualità. In accordo col mister, con Mattia, con Renato e con Nunzio abbiamo così puntato su di lui. Forse potrò rientrare già ad ottobre, ma non è detto: di certo ho messo davanti a tutto il bene del Monselice e dei tifosi, non ragionando in maniera egoistica ma spingendo per l’arrivo di un altro acquisto in grado di coprire il mio ruolo. Qui si deve ragionare così: in primis c’è la squadra, mai il singolo giocatore».
Un concetto, quello di Stefano, che ricalca alla perfezione quanto detto all’interno dell’intervista: chi indossa la maglia del Monselice deve dare sempre tutto, anteponendo il bene del collettivo alle velleità individuali. Solo così si può andare lontano ed entrare nel cuore della gente.