I POSSIBILI SCENARI DI QUESTA STAGIONE E IL FUTURO DEL CALCIO DILETTANTISTICO: INTERVISTA A TUTTO TONDO CON IL VICEPRESIDENTE RENATO COMPARINI

Il vicepresidente del Monselice, Renato Comparini, si concede al nostro sito internet ufficiale per una disamina a 360 gradi sul difficilissimo momento che sta vivendo l’intera nazione per l’emergenza «Coronavirus».
«Di fronte ad un contesto del genere, la salute di tutti è una priorità assoluta e qualsiasi altra cosa passa doverosamente in secondo piano. Ho parecchi amici che sono stati colpiti dal virus, alcuni anche nel mondo del calcio, e li sento al telefono ogni giorno. Sono proprio loro a darmi la spinta e la forza necessarie per pensare al domani: agli hobby, alle vacanze, al bello della vita, a qualsiasi attività sportiva o ludica a cui amiamo dedicare le nostre energie. Come appassionati di calcio è quindi giusto pensare anche al futuro, nella speranza che questa emergenza possa terminare al più presto».
Come pensi andrà a finire questa stagione?
«Sono abbastanza pessimista circa un’ipotetica ripresa. Non la vedo né utile né necessaria. La penso esattamente come l’amico Carlo Marzola, direttore sportivo del Pozzonovo, che ha rilasciato la sua opinione alla pagina Facebook ufficiale della sua società: in una situazione di questo tipo, dopo aver disputato tre quarti di stagione, è giusto che si fermi tutto e che si prevedano solo delle “premiazioni” senza penalizzare nessuno. Un’idea potrebbe essere quella di “congelare” le classifiche e promuovere le prime due di ogni girone, senza alcuna retrocessione. La prossima stagione i campionati diventerebbero a 18 squadre al posto delle attuali 16 e si potrebbe pensare di aumentare il numero delle retrocessioni, per tornare all’organico normale già nel 2021/2022».
Il mondo del calcio, soprattutto a livello dilettantistico, uscirà con le ossa rotte dall’emergenza «Coronavirus»?
«Secondo il sito “Tuttocampo”, il 30% delle società rischia di non iscriversi. Voglio essere meno drastico, ma credo che parecchi club decideranno di scendere di categoria o di unirsi ad altri tramite fusioni. Promuovere le prime due in classifica e non retrocedere nessuno sarebbe la soluzione più idonea: non penalizzerebbe nessuno, visto che tutte le società conserverebbero il diritto di mantenere la categoria, e al tempo stesso garantirebbe il giusto premio ai risultati conquistati sul campo. Molte società al comando della classifica, proprio come noi, stavano sicuramente già programmando il futuro nel campionato superiore. Siamo certi che la Federazione ne terrà conto: in Prima Categoria siamo la squadra con più punti di vantaggio sulla seconda, oltre ad esserci qualificati anche per la semifinale di Coppa Veneto. In campionato siamo in testa fin dalla prima giornata, quindi la categoria superiore ce la siamo assolutamente sudata e guadagnata sul campo. Potendo fare un paragone, la vedo come un Gran Premio di Formula Uno o di Moto GP: superati i due terzi di gara, se l’evento viene sospeso per cause di forza maggiore, le posizioni finali vengono convalidate. La cosa più importante, in ogni caso, è che si torni a giocare e a respirare un clima di normalità».
Che messaggio vuoi dare ai nostri lettori?
«Faccio il mio migliore in bocca al lupo a tutti gli sportivi, a tutte le società e a tutti i tifosi. L’augurio è che ognuno possa riprendersi il suo posto nella vita quotidiana e nel mondo dello sport: chi in campo, chi in tribuna, chi nella dirigenza, chi dietro le quinte. La salute è una priorità irrinunciabile, poi viene la stabilità economica di ciascuno di noi. Lo sport, nello specifico il calcio, è una grande passione che speriamo di ritrovare al più presto».