ARTICOLO GAZZETTINO, MISTER PIZZO E RIBERTO (ROVIGO) SMENTISCONO: «SE QUALCUNO VUOLE FARE DELLE CROCIATE CONTRO IL MONSELICE O CONTRO LA SUA TIFOSERIA, SE NE ASSUMA LA RESPONSABILITÀ SENZA TIRARE IN BALLO CHI NON HA FATTO NÉ DETTO NULLA»

Venerdì mattina piuttosto intenso per società e tifosi del Monselice, tirati in ballo in modo pesante da un articolo pubblicato sul Gazzettino odierno a firma Marco Scarazzatti.
Nel servizio si accusa la tifoseria biancorossa di aver insultato la città di Rovigo e alcuni giocatori biancazzurri in occasione della supersfida di coppa disputata mercoledì sera allo stadio «Gabrielli», insinuando addirittura che gli errori dal dischetto di Luca Riberto e Carlo Segato possano essere stati una diretta conseguenza dei fischi e delle presunte offese ricevute dagli spalti.
A fare chiarezza è direttamente l’allenatore rodigino Davide Pizzo, che smentisce in prima persona le dichiarazioni riportate a suo nome all’interno del pezzo.
«Sono arrabbiatissimo per l’articolo di oggi – sostiene il tecnico biancazzurro – Soprattutto perché, dalle frasi che mi sono state virgolettate, emerge una mia mancanza di rispetto nei confronti di una società per cui ho la massima stima. Conosco da una vita sia Luca Simonato che Stefano Loverro e nutro grande ammirazione per la tifoseria del Monselice, che a questi livelli è qualcosa di unico. Ho avuto la fortuna di giocare in piazze come Taglio di Po e Porto Viro, so bene quanto il tifo organizzato rappresenti un valore aggiunto per la squadra. Mercoledì sera ho parlato con alcuni giornalisti subito dopo i rigori: ero lì a commentare una partita molto attesa e di enorme importanza, persa dagli undici metri dopo una grandissima prestazione. Mi è stato chiesto se sapevo perché i tifosi del Monselice ce l’avessero con Segato, e ho risposto che probabilmente era una rivalità che risaliva ai suoi trascorsi con la Solesinese. Poi c’è stata un’ulteriore domanda sui presunti cori offensivi, e lì ho solo detto che conosciamo tutti il calore e la passione della tifoseria biancorossa e che questo è il bello del calcio. Non mi sono mai permesso di lanciare accuse, tanto che nessun altro giornalista ha riportato frasi del genere. Durante la partita alcuni tifosi mi urlavano di sedermi in panchina quando seguivo la partita in piedi: in un frangente ero inginocchiato e qualcuno mi ha detto di alzarmi, al punto che mi sono pure messo a sorridere per la battuta. Se qualcuno vuole fare delle crociate contro il Monselice o contro la sua tifoseria, se ne deve assumere la responsabilità senza tirare in ballo persone che non hanno fatto né detto nulla».
Sulla stessa lunghezza d’onda il fantasista Luca Riberto, grande ex del derby, che secondo quanto riportato sarebbe stato oggetto di insulti e fischi. Al contrario l’ex trequartista del Cittadella è stato inneggiato più volte dalla curva biancorossa, con tanto di cori come «Salta con noi, Luca Riberto» e «Facci un saluto, Riberto facci un saluto».
«Sin da quando mi sono alzato dalla panchina per scaldarmi, i ragazzi della curva mi hanno salutato e omaggiato – confessa “Ribe” – Li conosco praticamente tutti, alcuni sono persino scesi dalla tribuna per venirmi a salutare vicino alla rete di recinzione. Quando questa mattina ho letto l’articolo, ho detto “Non ci credo!”. Nessuno mi ha insultato, anzi li ringrazio per i cori che mi hanno dedicato. Se al momento del mio rigore è arrivato qualche fischio, fa parte del calcio: e non è certamente stato per questo che ho preso la traversa».
Per il Monselice, a parlare è il capitano e direttore generale Stefano Loverro.
«Conosco Davide Pizzo da una vita, sin dai tempi del settore giovanile. Ci siamo affrontati da avversari decine di volte e so che è un grande uomo di calcio. Quando ho letto quelle dichiarazioni virgolettate, mi è subito parso molto strano che fossero uscite dalla sua bocca: l’ho chiamato e infatti si è detto completamente estraneo alla vicenda. Come società siamo un po’ stanchi, perché qui si cerca di cavalcare l’onda solo per continuare a gettare fango sul nostro nome, magari con l’intento di farci punire con dei punti di penalizzazione in classifica. Siamo i primi ad ammettere i nostri errori, ma mercoledì sera non è successo assolutamente nulla: chi riporta falsità simili crea solo disinformazione, forse per sfogare la delusione dell’eliminazione dalla coppa. La smentita dei diretti interessati è la migliore delle risposte. Detto ciò, archiviamo questa sgradevole parentesi e concentriamoci sulla partita di domenica con il Granzette. Veniamo da un punto in due partite, con un solo gol segnato nelle ultime quattro: a Boara Pisani bisogna tornare alla vittoria, perché per restare in alto dobbiamo riprendere a correre».
«Quando superiamo i limiti, lo riconosciamo senza problemi – conclude il vicepresidente biancorosso Renato Comparini – Mercoledì sera non è accaduto nulla e non ci va di passare per i soliti “facinorosi” che fanno casino. A Rovigo i tifosi sono stati stupendi, proprio come quelli avversari, e si è assistito ad una partita di altri tempi, tra due squadre molto forti che si sono date battaglia davanti ad un pubblico meraviglioso. Questo è il bello del calcio e, lo ricordo, lo stadio non è un corteo funebre. Non c’è stato alcun insulto né contro l’arbitro, che è stato perfetto, né contro i giocatori avversari. Come società ci riserviamo di prendere dei provvedimenti in merito all’articolo odierno, mendace e tendenzioso. Lo stesso mister Pizzo ci ha autorizzato ad utilizzare, come testimonianza, i suoi messaggi e i vocali con cui ci ha espresso le sue scuse. Sugli spalti c’era pure il presidente del Villa Estense, che mi ha chiamato dicendosi sbalordito per il contenuto dell’articolo e pronto a testimoniare in caso di bisogno».