MATTIA NOTOLINI: PIANO PIANO, PASSO DOPO PASSO, IL GUERRIERO DEL CENTROCAMPO SI APPRESTA A TORNARE IN GRUPPO

Una delle defezioni che sta condizionando il rendimento del Monselice è quella del motorino di centrocampo Mattia Notolini, che in questa stagione non è ancora riuscito a mettere piede in campo a causa di un fastidioso problema al ginocchio destro.
Il guerriero della linea mediana biancorossa, tra i principali protagonisti della straordinaria cavalcata in Prima Categoria, è costretto ai box da mesi per un dolore emerso in pieno lockdown.
«Dopo la sospensione definitiva dei campionati, ho continuato a fare attività fisica al parco per tenermi allenato – spiega l’ex centrocampista di Abano e Azzurra Due Carrare, classe 1992 – Ovviamente erano soprattutto esercizi da fermo: affondi, addominali, un po’ di “palestrina”. Con il passare dei giorni il ginocchio è andato in sofferenza: a 17 anni ho avuto un brutto infortunio a tibia e perone, a cui erano seguite diverse complicazioni. Durante il lockdown persino fare le scale mi procurava dolore: forse ho sottovalutato un po’ la cosa, convinto che i mesi di inattività mi avrebbero fatto passare tutto. Invece il 30 luglio ho fatto una risonanza e mi è stato riscontrato un edema osseo, con una piccola “crepetta” alla cartilagine rotulea e una conseguente infiammazione del tendine. Il 2 settembre c’è stata la visita specialistica con l’ortopedico, che mi ha fatto un’infiltrazione di acido ialuronico e suggerito di procedere con un ciclo di dieci Tecar e con la magnetoterapia ogni notte. Due settimane dopo, alla visita di controllo, mi ha detto di completare il ciclo di Tecar e di proseguire con la magnetoterapia».
Adesso come ti senti?
«Non sento più il dolore intenso delle prime settimane e martedì sera, al campo, ho iniziato a caricare un po’ con la corsa e i cambi di direzione. Avverto ancora del fastidio, ma mi sto facendo seguire da un fisioterapista molto bravo che mi ha consigliato di rimettermi in moto in campo: secondo lui, tra due settimane dovrei riuscire a rientrare in gruppo. Personalmente sono fiducioso: darò il massimo per riprendere fiato e tono muscolare e spero di aggregarmi alla squadra prima possibile. Guardare i compagni da fuori è una sofferenza e il pallone mi manca tantissimo. Così come il clima che si respira allo stadio davanti ai nostri super tifosi».