MATTIA MAZZON: «DOBBIAMO SMETTERE DI PENSARE ALLE STAGIONI SPORTIVE CON LA VISIONE "CLASSICA" E ANDARE A SFRUTTARE I PERIODI IN CUI IL VIRUS SI DIFFONDE MENO»

Si riparte o non si riparte? Oggi ne parliamo con il direttore sportivo Mattia Mazzon, che abbiamo coinvolto in un’intervista molto ampia e ricca di spunti interessanti.
«Purtroppo, dopo un anno, siamo ancora in balìa dei DPCM. Ci sono delle osservazioni oggettive su cui non si può far finta di nulla: finché la pandemia non ci dà tregua, bisogna pensare al calcio dilettantistico in modo completamente diverso. Questo caos non finirà a settembre ed è molto probabile che ce lo trascineremo dietro anche nell’annata 2021/2022: dobbiamo smettere di pensare alle stagioni sportive con la visione “classica”, da agosto a maggio, e andare a sfruttare i periodi in cui il virus si diffonde meno, ovvero i mesi estivi. Sono consapevole che in Veneto si vive tanto di turismo, ma con il Covid è impossibile pensare di giocare a dicembre, gennaio e febbraio. Un’idea potrebbe essere disputare i campionati da aprile a luglio, lasciando quindici/venti giorni di sosta ad agosto per rimpiazzare la tradizionale pausa natalizia: a settembre si riparte e si prosegue fino a ottobre o novembre. Sarebbe una soluzione drastica, me ne rendo conto, ma qui bisogna fare qualcosa, altrimenti salta tutto il sistema».
Il direttore sportivo biancorosso entra nel dettaglio della sua analisi.
«Siamo fermi praticamente da un anno e il calcio dilettantistico inizia a perdere appassionati e sponsor, che si stanno dirigendo verso altri lidi: ad esempio la serie D, che a differenza nostra continua ad andare avanti. Qui si rischia di perdere ragazzi, volontari e sponsorizzazioni: risorse che nei dilettanti sono di vitale importanza. Ricominciando a settembre, ci sarebbero ragazzi fermi da oltre nove mesi: dopo nove mesi di inattività perdi il nominativo di “atleta” e diventa molto difficile allestire le squadre. Per non parlare del settore giovanile, dove i ragazzini potrebbero persino aver preso altre strade. Bisogna ripartire adottando protocolli chiari e sfruttando i mesi estivi: ad oggi, invece, c’è un ritardo clamoroso e si sa poco di cosa potrà accadere dopo il 5 marzo, alla scadenza del DPCM. Dall’ultima riunione la Figc veneta si sta adoperando molto, anche con convenzioni per i tamponi, ma la ripartenza per me è ancora lontana: sia nei dilettanti che nel settore giovanile. Ho paura, ma spero non sia così, che nel giro di pochi mesi ci ritroveremo un movimento molto ridotto».