«DIECI DOMANDE A...»: È IL TURNO DEL DIRETTORE SPORTIVO MATTIA MAZZON

Terzo appuntamento con la nostra nuova rubrica «Dieci domande a…». Oggi la parola va al direttore sportivo Mattia Mazzon, entrato in società la scorsa estate insieme al vicepresidente Renato Comparini. Ecco il contenuto integrale dell’intervista. Buona lettura!

1. Cosa hai provato quando sei entrato a far parte del Monselice?
«Far parte di questa società è, prima di tutto, un’esperienza meravigliosa. Qui si vive il calcio in maniera intensa e passionale, proprio come piace a me. È, però, anche una grande responsabilità: dal Monselice ci si aspetta sempre il massimo, ed è quello che noi amministratori cerchiamo di fare e di trasmettere a dirigenti, staff tecnico e giocatori. Una spinta importante, se non decisiva, per continuare a fare questo è ovviamente rappresentata dai tifosi: definirli spettacolari è assolutamente riduttivo».
2. Ti aspettavi di trovare una realtà del genere? Quali sono state le cose che ti hanno colpito di più?
«Un po’ mi ero preparato, perché la passione di Monselice si sente anche da fuori. Quando si è dentro, però, la si vive a 360 gradi ed è tutto molto più intenso. Adoro quel “gusto” di calcio cittadino che si vive a Monselice, è stimolante e gratificante. Anche carico di critiche, costruttive e non, che nel loro complesso ti tengono sempre sul pezzo e ti spronano a dare il massimo e fare il meglio per questa gloriosa società».
3. Che significato ha avuto far rinascere il settore giovanile?
«Il vivaio è fondamentale per una società di calcio. Quest’anno siamo ripartiti anche con i bambini e la rinascita è stata resa possibile dal grande impegno di Renato Comparini. Siamo soltanto all’inizio, questo è vero, ma siamo assolutamente orgogliosi dei nostri bimbi! Dagli Esordienti ai Piccoli Amici, cerchiamo di far capire a tutti l’importanza di indossare la maglia del Monselice. Ci tengo a ringraziare i nostri educatori e i genitori, che hanno accettato una sfida così impegnativa: nel prossimo futuro, quando l’emergenza sarà passata, ci toglieremo senz’altro grandi soddisfazioni».
4. Stagione 2019/2020: scegli il momento più bello e la vittoria più esaltante.
«Riprendo una frase che qualche tifoso mi dice sempre: “Vedito? A Monseese xe sempre da batticuore“. È piuttosto difficile isolare un singolo momento della stagione. Tutte le partite vinte, o comunque quelle dove c’è stata una grande prestazione, lasciano dentro di me un ricordo indelebile. Se arrivano determinati risultati, è perché si hanno idee chiare fin da subito, maturate con l’esperienza e la convinzione. Per me è questa la vittoria più importante: l’appartenenza alla maglia ed essere tutti dalla stessa parte. Dirigenza, staff e giocatori. Parlo anche del settore giovanile, ovviamente».
5. Stagione 2019/2020: come andrà a finire e qual è il tuo pensiero?
«Qui vorrei spendere due parole in più, perché in questi giorni si sentono mille ipotesi. Sicuramente il primo e fondamentale pensiero è che questa drammatica crisi umanitaria si risolva. È un pugno al cuore sentire ogni giorno, in televisione, un così grande numero di morti. In questo momento non è facile parlare di calcio, ma visto che siamo a casa è giusto pure pensare a quello che per molti, e ovviamente anche per me, è la cosa più importante tra quelle meno importanti. Se la stagione, come penso, non ripartirà, ritengo che 22 partite su 30 siano sufficienti per stabilire classifiche ed eventuali ripescaggi. Personalmente eviterei le retrocessioni mentre garantirei la promozione delle prime in classifica e magari la stesura di una graduatoria di merito per tutte le seconde, le terze e, a cascata, le quarte e le quinte. Le regole per stilare una graduatoria di merito ci sono già, visto che dalle disposizioni del NOIF i parametri sono, nell’ordine: posizione in classifica, maggior numero di punti in classifica, migliore differenza reti e miglior punteggio della Coppa Disciplina. Ovviamente non si terrebbe conto dei playoff, che non si possono disputare. Sicuramente, come spero, si verranno a creare dei gironi con un maggior numero di squadre, ma non è un problema giocare due partite in più di campionato. I fine settimana ci sono, visto che quest’anno l’ultima giornata si sarebbe disputata il 19 aprile, in anticipo rispetto al solito. Applicherei questo criterio di valutazione anche al settore giovanile agonistico: un criterio che deve premiare chi quest’anno, per più di due terzi di campionato, ha fatto meglio degli altri. Il calcio è meritocratico e democratico, e deve continuare a esserlo. Di certo la Federazione dovrà darci una mano: a mio parere le iscrizioni ai prossimi campionati dovrebbero essere gratuite, anche se alcuni affermano che questo non può accadere con promozioni e retrocessioni. Ultima considerazione: la stagione non si può annullare, perché si verrebbero a creare troppi intoppi. Faccio un semplice esempio: chi ha speso dei soldi per i premi-preparazione, come fa ad averli indietro? E per chi li pretenderà, se questa stagione non verrà considerata? Scadenze burocratiche imprescindibili e tante altre problematiche causerebbero, a cascata, conseguenze impossibili da risolvere. Per non parlare della graduatoria dei ripescaggi, che è comunque necessario stilare».
6. Che rapporto hai con i tifosi?
«Veramente ottimo. Li sento spesso e non smetterò mai di ringraziarli per ciò che fanno: ci seguono dappertutto e ci sostengono in qualsiasi momento. Sono il nostro valore aggiunto, che le altre squadre non hanno. Tanti avversari ci dicono che si esaltano quando vengono a Monselice, perché avere il tifo contro dà la carica: io dico che vincere da noi è e continuerà ad essere difficile per tutti. Insieme ai tifosi daremo sempre l’anima! Ringrazio di cuore anche tutti i dirigenti, da quelli del settore giovanile a chi segue la prima squadra, fino al presidente Giuseppe Ruzzante. La società va avanti anche grazie al loro fondamentale contributo».
7. Quali sono i colpi di mercato che, da direttore sportivo, ti hanno più gratificato?
«Credo che i migliori colpi di mercato siano tutti i giocatori di quest’anno. Si sono sempre comportati da vero gruppo: in una rosa così competitiva, non è facile restare costantemente uniti. I risultati arrivano anche per questo. Quindi bravi ragazzi, siete fantastici!».
8. Stagione 2020/2021: programmi e ambizioni.
«Rispondere non è facile, perché in questo momento ogni cosa è un grande punto di domanda. Con la crisi economica e sanitaria, molto probabilmente cambieranno tante cose: il come non si sa, ma sarà una questione di prossima valutazione. Il mio pensiero principale è che tutta questa emergenza finisca, ciò che sta accadendo è veramente terribile. Speriamo di tornare sui campi al più presto, per fare quello che amiamo di più».
9. Hai, da dirigente, un sogno nel cassetto?
«Ne ho due: portare il Monselice in Eccellenza e creare un settore giovanile in cui ogni bambino e ogni ragazzino si sentano fieri di indossare i colori biancorossi. Un calcio ricco di storia che si sta rinnovando».
10. Riassumi in tre righe cosa significa sentirsi addosso questi colori.
«Per me il bianco e il rosso sono diventati, in così poco tempo, dei colori davvero speciali. Riprendo il mio pensiero iniziale con tre parole: il Monselice Calcio è responsabilità, passione e batticuore. Il mio più grande grazie va a chi, insieme a me, ogni giorno dà il massimo per questi colori e li tiene in vita: Renato Comparini, Stefano Loverro e Nunzio Molon. Ci vediamo presto in campo! Forza Monselice!».