TEMPISMO, ELEGANZA E GRANDE SICUREZZA NEGLI INTERVENTI: «DIECI DOMANDE A...» ALESSIO ZOMPA

Nuovo appuntamento con la rubrica «Dieci domande a…»: oggi è il turno del difensore centrale Alessio Zompa, classe 1992, uno dei grandi protagonisti del mercato della scorsa estate e della recente cavalcata conclusa con il salto in Promozione.
Buona lettura e, come sempre, forza Monselice!

1. Riassumi le tappe della tua carriera calcistica, dalle giovanili fino ai giorni nostri.
«Ho iniziato a giocare nel vivaio della Rocca e ci sono rimasto fino ai 12 anni: ho fatto il primo anno di Giovanissimi ad Albignasego e sono stato chiamato dal Cittadella, dove sono rimasto cinque stagioni fino alla Primavera senza però riuscire ad esordire in prima squadra. Così sono passato alla Sacilese in serie D e successivamente al Monselice, nel campionato di Eccellenza 2011/2012. In seguito ho fatto un campionato di serie D all’Este e due anni ad Abano, il primo in Eccellenza e il secondo in D: poi due anni di Promozione tra Solesinese e Arcella e un biennio a Due Carrare, sempre in Promozione. Lo scorso anno non ho potuto rifiutare la proposta di tornare a Monselice, dove tra l’altro vivo proprio dalla scorsa estate».
2. Eri già stato a Monselice nel 2012, proprio nell’anno in cui poi la squadra è sparita: cosa ricordi di quell’esperienza?
«È stata una mezza stagione di cui, purtroppo, non posso dire di avere un bel ricordo: è stata un’esperienza difficile, sia per il complicato momento che la società dell’epoca stava affrontando sia dal punto di vista personale, al punto che avevo persino dovuto smettere in anticipo per dei miei problemi. Credo tuttavia che anche le esperienze calcistiche infelici siano importanti, perché ti aiutano a crescere e maturare. Quel poco che ero riuscito a vivere della piazza monselicense mi aveva fatto capire che, in condizioni migliori, avrebbe potuto darmi tanto. E quest’anno, infatti, è stato proprio così».
3. La vittoria più bella e il momento più esaltante che hai vissuto quest’anno.
«Scelgo il derby di coppa di fine agosto, perché era il mio primo derby e qui a Monselice è sempre una partita diversa dalle altre. Ricordo comunque con molto piacere anche la vittoria ai rigori in coppa contro il Rovigo, che purtroppo ho dovuto vivere dalla tribuna per infortunio».
4. Qual è il compagno di squadra che ti ha maggiormente colpito?
«In una squadra come la nostra ce ne sarebbero tanti da nominare, che mi hanno colpito per diversi aspetti. Tra tutti cito Francesco Menesello perché, pur essendo ancora molto giovane, gioca già con la tranquillità di un “vecchio”. Inoltre è risultato pure decisivo in diverse partite».
5. La difesa è stato uno dei reparti più forti di quest’anno: dedica un pensiero a ciascun tuo compagno.
«Devo dire che fortunatamente abbiamo trovato in fretta la giusta coesione, sia nel reparto difensivo che in tutta la squadra. Volto è fortissimo e con lui mi sono trovato bene fin da subito, sia in campo che fuori: è il compagno di squadra e di reparto che tutti vorrebbero avere, e per di più è anche un ottimo amico. Luli è stato fondamentale per la sua esperienza e per la carica che trasmette, ma non posso non citare la sua finta di calciare per poi rientrare. Rizz è il classico giocatore sempre sul pezzo, che mette il massimo impegno in ogni singolo allenamento. Marti ci ha aiutato tanto con dei gol molto pesanti e con la sua duttilità, visto che può essere impiegato sia come terzino che come centrale a seconda delle necessità della squadra. Gava ha messo a disposizione tutta la sua esperienza, ci ha dato una mano quando eravamo in emergenza e fa dei discorsi pre-partita veramente unici: inoltre, altro aspetto molto importante, strappa sempre un sorriso a tutti. Gilca è un fuori quota che ha già esperienza in Promozione e che a dicembre ha rinforzato ulteriormente la rosa. Chiudo con Love e Baldo, che indipendentemente dalle presenze in campo sono due figure importantissime per la squadra e lo spogliatoio: due autentici punti di riferimento per tutti».
6. Campionato e coppa: resta qualche rimpianto, indipendentemente dal salto in Promozione?
«Direi il rimpianto di non aver potuto festeggiare al Comunale davanti ai nostri tifosi, con addosso la stanchezza della partita appena finita, e di non aver potuto nemmeno provare a vincere la coppa. Ci resterà, tuttavia, l’enorme soddisfazione di aver vinto un campionato per nulla scontato: un campionato che, pur se interrotto prima del previsto, abbiamo ampiamente meritato».
7. Rapporto con i tifosi: cosa si prova a giocare ogni domenica davanti ad una tifoseria del genere, sia in casa che in trasferta?
«Una tifoseria del genere ti dà, per forza di cose, una carica in più: ti dà la spinta giusta quando in campo stai facendo fatica o magari c’è bisogno di uno sforzo in più, ti moltiplica la soddisfazione di quando vinci e le cose vanno bene. In casa i tifosi creano un’atmosfera unica in queste categorie e in trasferta ti danno una grossa mano per farti sentire più a tuo agio in uno stadio e in un ambiente che non conosci».
8. Cosa serve a questa squadra per ben figurare anche in Promozione?
«Io credo che la nostra rosa sia già ben attrezzata per affrontare un campionato di Promozione. Ovviamente, come tutti sappiamo, bisognerà aggiungere un buon numero di fuori quota: ma queste sono valutazioni che giustamente spettano ai dirigenti e al mister».
9. Che atmosfera si respira a Monselice che rende questa piazza così speciale e diversa dalle altre?
«Come già detto prima, il clima che si respira qui è unico. O per lo meno unico per il calcio dilettantistico, dal tifo ai dirigenti. Ognuno mette massima serietà e impegno nello svolgere il suo compito, a Monselice si vive il calcio con grande passione e altrettanta professionalità. È il massimo per chi ama questo sport».
10. Riassumi in poche righe cosa significa essere un giocatore del Monselice e cosa si prova ad indossare una maglia così gloriosa.
«Sono orgoglioso di essere un giocatore del Monselice. In primis perché, anche se ci abito da solo un anno, l’ho sempre considerata la mia città. E poi perché vedere la felicità che la squadra regala ai tifosi è motivo di grande soddisfazione: poter festeggiare con loro insieme ai tuoi compagni è una sensazione stupenda. L’adrenalina e la carica positiva che provi scendendo in campo con questa maglia sono qualcosa di unico. Forza Monselice!».