SPECIALE DEDICATO AI NOSTRI DIRIGENTI: CONOSCIAMO MEGLIO ALBERTO DALL'ANGELO

Con il pezzo di oggi iniziamo un focus anche sui nostri dirigenti: un viaggio per conoscere meglio le tante persone che, dietro le quinte e lontano dalle luci dei riflettori, danno un contributo prezioso alla crescita di una realtà storica e gloriosa come quella del Monselice.
Parola dunque ad Alberto Dall’Angelo, che descrive volentieri il suo ingresso nella nostra grande famiglia.
«Sono arrivato qui un anno e mezzo fa insieme a Renato Comparini, Mattia Mazzon e mio fratello Giulio con il preciso intento di impegnarmi per la crescita e la valorizzazione del settore giovanile. Attualmente sono dirigente accompagnatore degli Esordienti 2008, ma il mio ruolo non si limita a questo: a seconda delle necessità, si cerca di essere presenti anche in altre circostanze per non far mai mancare l’aiuto e l’appoggio della società agli atleti, agli staff tecnici e alle famiglie dei ragazzi. Il tutto continuando ad essere operativi per il reperimento di nuovi sponsor. Il nostro impegno è finalizzato a trasmettere ai tesserati l’importanza e l’onore che hanno nell’indossare una maglia così gloriosa e ricca di storia».
Come ti trovi a Monselice?
«Sin dal primo incontro c’è stata una grandissima intesa con capitan Loverro per come si intende e si vive il calcio e, soprattutto, per come lo si vuole insegnare ai ragazzini. Da parte mia posso solo ringraziare la Monselice biancorossa, in tutte le sue componenti, per come sono stato accolto. Mi sono subito sentito “a casa” e nel mio ambiente ideale per la passione che anima questi colori: con tutta la tifoseria, e in particolare con gli ultras, è stata subito simbiosi. Mi torna sempre in mente ciò che mi disse un amico, dirigente della Polisportiva Redentore di Este, quando scoprì che avrei fatto questa esperienza: “ricordati che ad un certo punto potrai anche uscire dal Monselice Calcio come parte attiva, ma il Monselice Calcio non uscirà più dalla tua vita”. Nulla di più vero».
Com’è il tuo rapporto con la prima squadra?
«Anche lì c’è totale sintonia. Amo molto, per ciò che mi compete, essere al fianco dei ragazzi non solo durante le gare ufficiali ma anche nei tanti momenti che si vivono dietro le quinte: il ritiro estivo in montagna, i venerdì che precedono l’impegno domenicale o il classico “terzo tempo” del weekend. In tutti loro avverto un grandissimo affiatamento, un profondo senso di appartenenza e un importante senso di responsabilità nel far parte di questa gloriosa società».